Sono andata finalmente
al cinema a vedere TURNER, il film tanto
atteso sul grande schermo.
Lo vediamo entrare
all’Accademia, dove è da tempo riconosciuta la sua genialità pittorica e il suo
stile innovativo, da tutti ad esclusione
forse solo della regina Vittoria che detestava la sua arte, ma si coglie
anche, in quei saloni invasi di quadri, un certo qual motto di intolleranza
verso questo personaggio che diventa sempre più scomodo ed incomprensibile.
Splendide le
inquadrature sui suoi quadri, infuocati, abbaglianti in questa continua ricerca
della luce sempre più vicina alla perfezione e all’eternità, testimoni di
questo rapporto drammatico con la natura in tutte le sue manifestazioni.
Pare sia stato proprio
l’obiettivo del regista a portare alla massima evidenza questa capacità di
produrre arte eterna da parte di un essere terreno, comune mortale immerso
nella sua rozzezza.
Il film è finito e molte sono le immagini e le sensazioni che mi restano: indimenticabile
la scena della locomotiva che avvolge l’orizzonte con il suo vapore, la sagoma
di Turner legato all’albero di prua della nave per osservare dal vivo
l’uragano, lo stupore davanti alla prima macchina fotografica, la superba interpretazione
di Timothy Spall e di tutte e due le protagoniste femminili. Eppure il film mi lascia … insoddisfatta… con
l’acquolina ancora in bocca.
Non mi è piaciuto
quest’uomo e ho potuto solo intuire
l’incanto della sua arte. E troppi particolari sono rimasti senza risposta.
Qual è stata la sua vita prima di questa pagina raccontata? Qual è stato il suo
percorso artistico e le sue altre opere prodotte negli anni precedenti, ad
esempio i suoi splendidi acquerelli? Ho potuto capire da questa pellicola
quanto la pittura di Turner sia andata oltre, avanti di anni e anni dalle tematiche della sua epoca? Forse non ti
poni queste domande dopo un film qualsiasi, ma sono doverose quando entri in un
contatto così ridotto con un pittore di
queste dimensioni.
Allora ho sentito il desiderio forte di approfondire la conoscenza di questo grande pittore, del suo percorso di vita e soprattutto della maturazione della sua storia artistica, cosa che nel film, purtroppo, è solo accennata.
Allora ho sentito il desiderio forte di approfondire la conoscenza di questo grande pittore, del suo percorso di vita e soprattutto della maturazione della sua storia artistica, cosa che nel film, purtroppo, è solo accennata.
Nasce a Londra nel 1775
e solo a 14 anni è già iscritto e ammesso alla Royal Academy of Arts.
Il padre che gli rimase
vicino sino alla morte faceva il barbiere da giovane e soffrì terribilmente per la morte della figlia
secondogenita e la conseguente malattia della moglie che la portò alla morte
dopo 5 anni in manicomio. Forse questi
gli indizi per interpretare la depressione che finì per colpire anche Turner
nella sua vecchiaia.
A 21 anni Turner aveva
già esposto un lavoro a olio all’Accademia, l’anno prima aveva presentato un
acquerello, suoi coetanei del periodo erano nomi come Constable, Cozens per gli acquerelli , Winson e il
ritrattista Gainsborough. In seguito
potè sempre disporre di adeguato benessere economico, a tal punto da rifiutare
in vecchiaia un’offerta generosissima per l’acquisto di tutte le sue opere.
Ammirava da giovanissimo la pittura di Claude Gelleè (detto Lorrain), pittore
del 1600 vissuto molto a Roma e fautore del paesaggio classico.
Turner viene definito
un pittore romantico, paesaggista e
decisamente preimpressionista. Fece sue le linee guida della Teoria dei Colori
di Goethe. Si è guadagnato il titolo di
pittore della luce, e la ricerca continua di questa luce, nel cielo e
nell’acqua, emanazione divina e spirituale, lo accompagnò tutta la vita.
Bravissimo acquerellista, in una Inghilterra che sapeva apprezzare moltissimo questa tecnica pittorica considerandola l’arte nobile per eccellenza, sosteneva che la carta bianca dell’acquerello aiutava la luce ad esplodere. E probabilmente solo lui ha saputo sfruttare così sapientemente la tecnica delle velature per accendere di luce e colore i suoi acquerelli, che diventeranno spesso spunto per successive opere ad olio o per acquerelli di dimensioni più importanti. E la critica che qualcuno gli mosse, vale a dire di non curare correttamente il particolare del primo piano, diventa oggi il punto di forza della sua pittura che riesce a preannunciare l’espressionismo e l’astrattismo degli anni 50’ e 60’ del nostro secolo scorso.
Fu proprio un famoso
collezionista dell’epoca, Thomas Monro, ad aprire le porte della sua casa ai giovani
acquerellisti di talento, tra i quali proprio Turner. E se in un primo periodo
utilizzò gli schizzi di altri per dipingere paesaggi italiani, ben presto
iniziò a viaggiare, passione che gli rimase negli anni. Nel 1819 già esponeva alla Royal Accademy di
Londra e nella sua Galleria privata di Harley Street. E proprio nello stesso
anno, 1819, organizza il suo primo
viaggio in Italia, durato poi 6 mesi. Venezia, Roma, Torino, Verona, Pompei,
Como. Turner è inebriato dalla brillantezza di questa luce italiana di
Mezzogiorno e qui inizia la sua autentica ascesa verso la luce.
E’ velocissimo nel
dipingere. Stende larghe pennellate di colore, bagnato su bagnato, per rifinire
solo dopo con il disegno e i particolari. Dicono che abbia riempito 23
album di acquerelli solo in Italia. Ed è proprio la conoscenza del paesaggio
italiano a segnare la svolta della sua
maturità pittorica, a spingerlo ad usare colori quanto più luminosi e aranciati, per cogliere la luce, il riverbero
del sole riflesso nel cielo e nell’acqua.
Sarà poi la morte del
padre nel 1829 a marcare l’inizio della forma
depressiva di Turner. Le sue ultime opere vengono definite un delirio senza
autocontrollo, ormai non ha più bisogno di dipingere particolari riconoscibili
ma imprime solo macchie di luce e di colore.
E adesso mi voglio rivedere bene i
quadri, gli acquerelli e gli olii, i disegni e le incisioni, tantissime e bellissime immagini, da
assaporare ad una ad una.
E , per chi è curioso, ancora tante possibilità di approfondimenti su questo Artista. I link qui sotto sono alcuni assaggi:
http://italpag.altervista.org/9_c_romanticismo/capitolo_1.htm
http://www.mumbleduepunti.it/site/index.php/2010/01/01-2010-la-visione-romantica-di-william-turner-sulla-natura/
https://www.youtube.com/watch?v=fi_Lj4lrc_k
https://www.youtube.com/watch?v=fi_Lj4lrc_k
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