Anche l’estate di quest’anno è …evaporata in un attimo.
L’estate per me è spesso tempo di ricordi.
Per un’aspirante pittrice come me è doloroso ammettere che nei miei ricordi più nitidi non prevalgono i colori, anzi sono pochissimi, legati a certi vestiti che ho amato, a certi arredamenti familiari, a pochi mobili, a qualche nastrino.
La sensazione invece che riemerge sempre intatta e
inconfondibile riguarda gli odori.
Alle volte me li ritrovo intorno, intatti, e immediatamente
si accende l’immagine di allora , alle volte sono soltanto simili e, come in un
puzzle, li devo ricomporre, con pazienza.
I pomeriggi d’estate, subito dopo mangiato, si stendeva a
letto per un piccolo riposino. Se mi vedeva gironzolare intorno mi chiamava nel
lettone, mi avvolgeva con le braccia nel suo grembo e così si addormentava. Io non dormivo, fissavo estasiata il gioco della luce del
sole che penetrava attraverso le fessure della tapparella, la tenda socchiusa che
danzava appena alitava un filo d’ aria e in mezzo granelli di polvere al sole che
sembravano accendersi d’oro. Quell’aria assolata aveva un suo profumo, fresco,
che si mescolava all’ombra della stanza e al profumo di bucato della federe,
sempre pulite e ben stirate, e forse al mio sudore di bambina. Al risveglio il profumo del caffè inondava la casa.
Mio padre si metteva la brillantina Linetti e l’acqua di
colonia Pino Silvestre Vidal, se gliela regalavamo anche l’ Atkinson, alla lavanda. Non mi ricordo un suo abbraccio, ero
troppo piccola per ricordarmi quando lo faceva e poi, più grandina, non lo
faceva volentieri, dovevo proprio stringerlo io per abbracciarlo. Però la domenica mi portava con lui in Piazza Duomo, è in
ascensore che sentivo forte l’odore della brillantina, andavamo a comprare il
Corriere, per me Topolino, e con quel giornale tenuto tra le mani dietro la
schiena entrava in Duomo e si fermava davanti a una sua Madonnina, pochi
secondi, e poi un segno della croce veloce che sembrava si vergognasse. Per me,
in quella Chiesa che mi vedevo immensa sulla testa, un odore speciale, forti
incensi, odore di cantina, di cera, di stantuffi bruciati. Quella penombra era per me un’atmosfera
suggestiva, era direi ora …esoterica?? All’uscita, un vassoio di paste al Motta oppure le pizzette
segrete al Bar Zucca, te le mettevano in uno scatolotto di cartone quadrato con
la maniglietta per portarlo e con i
divisori dentro per le pizze, una sopra l’altra, quattro. Odore di pizza e
cartone, inconfondibile.
La scaloppina che mia mamma mi portava dalle Suore a
mezzogiorno, per pranzo, anche se appena fatta, in quel contenitore di
alluminio messo a scaldare nell’acqua bollente prendeva un odore non buono, ma
penso di averla mangiata lo stesso. Erano sicuramente più buoni i maccheroni,
odore di pomodoro poco cotto, con il
formaggio grattugiato sopra ..un po’ effetto colla!!
Sento il profumo della cioccolata, che si è poi rivelata molto blanda, per niente densa, in tazzoni
grandi, un po’ sbeccati. Da intingere una michetta un po’ secchetta, vuota
dentro. Pero’ me la ricordo molto buona.
Odore di gomma, ma
piacevole.. ah si, la mia boule dell’acqua calda. Quanto l’ho abbracciata
a letto per scaldarmi, c’era tanto freddo in casa la sera quando io ero
piccola. Il calore della boule esaltava l’odore della coperta nera … o forse
marrone , io la chiamavo militare, era pesantissima, anche un po’ ruvida, ma mi
sembra che non scaldasse niente!! In un certo periodo mia mamma metteva nei
letti, all’altezza dei piedi, credo un mattone rovente prima che andassimo
tutti a letto, per farci trovare le lenzuola
calde, ma non mi ricordo tanto bene di questo. Odore di soda e sapone, quando le lenzuola
bollivano nel pentolone. E lo stesso profumo ancora, quando asciugavano stese
in terrazzo.
Odore di Vicks Vaporub sul petto e sulla schiena, ho il raffreddore.
Odore di …. un bagnaticcio male asciugato, non buono, i miei calzettoni di lana quando sfilavo i piedi dalle galosce di plastica. Terribile!
Naftalina. Primi giorni di freddo. Ecco il cappotto … dell’anno scorso…. un po’ più corto.
Quando è nato mio fratello avevo dieci anni, e l’unica cosa
che volevo fare era tenerlo in braccio e stringerlo, doveva essere il mio
bambolotto. La pelle delle sue braccine morbide, odore di miele, frutta, borotalco, latte, dolcissimo e
inebriante, tenero. Sugli altri della famiglia, su tutti gli altri, l’odore
acido del latte, non buono, perché in
fatto di rigurgiti mio fratello non risparmiava nessuno!!
Odore di menta, la mia preferita.
Zolfo. E’ Natale. L’albero si accende di scintille scoppientanti. E insieme… il respiro dei rami di pino…vero. Magico!!
Una sigaretta accesa, Marlboro, mi è sempre sembrato un profumo fino a quando ho smesso.
Legna che brucia, due passi in Valsesia.
Odore di…..Loden bruciato ?? E’ capodanno, a Lesmo, stiamo arrostendo il Maialino in giardino!! Ma che buono!!
Odore di .. benzina ?? Caccia ai tarli, il parquet del monolocale che ho affittato ha .. ospiti !
Zolfo. E’ Natale. L’albero si accende di scintille scoppientanti. E insieme… il respiro dei rami di pino…vero. Magico!!
Una sigaretta accesa, Marlboro, mi è sempre sembrato un profumo fino a quando ho smesso.
Legna che brucia, due passi in Valsesia.
Odore di…..Loden bruciato ?? E’ capodanno, a Lesmo, stiamo arrostendo il Maialino in giardino!! Ma che buono!!
Odore di .. benzina ?? Caccia ai tarli, il parquet del monolocale che ho affittato ha .. ospiti !

Già allora ne ero estasiata.
Odore di oleandri. Sono a Tonfano, in Versilia, è sempre
estate, sedici anni. Posso noleggiare la bicicletta e corro, tra i viali alberati
paralleli al mare. Anche l’aria che sento sul viso ha un suo odore, terra,
sale, erba, resina. E se piove per un attimo, il temporale estivo che dura
cinque minuti, il profumo degli oleandri copre tutto, è intenso. E su di me, in
quei momenti, l’odore della libertà che assaporavo, la gioia della corsa e …
qualche sogno ad occhi aperti !!
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