Bastioni di Porta Nuova - Angela Aruta - Disegno a China |
Che Via Manzoni sia considerata da sempre la strada più raffinata ed elegante di Milano è risaputo, e lo era ancora prima del 1874, quando il suo nome, non ancora dedicato ad Alessandro Manzoni, era Corsia del Giardino. All’epoca le era stato attribuito l’appellativo di…. Salotto d’Europa.
L’atmosfera che
pervade questa strada e che colpisce anche il turista più distratto
nasce dal connubbio del tutto particolare e affascinante tra l’imponenza
storica dei suoi Palazzi, testimoni silenziosi di grandi memorie, e il lusso ostentato delle griffe più
prestigiose che hanno ormai messo radici
nelle strade del quadrilatero della moda.
Camminiamo un po’ a testa in su e lasciamoci scorrere davanti
agli occhi le immagini di questi Palazzi: Palazzo Brentani Greppi, al numero 6,
già Banca Commerciale ed ora patrimonio di Banca Intesa, Palazzo Anguissola all’altezza del numero 10.
Questi due edifici ospitano oggi le Gallerie d’Italia e le loro straordinarie
collezioni d’arte dell’800 e del 900, offrendo inoltre ai visitatori lo
spettacolo della loro architettura perfettamente conservata.
La casa Museo Poldi Pezzoli, il mitico Grand Hotel et de Milan di cui la prima costruzione risale
al 1300 e dove soggiornò per molto tempo Giuseppe Verdi. A proposito di Verdi,
osserviamo i cornicioni, alcuni ritraggono strumenti musicali, sì perché Via
Manzoni, terminando in Piazza della Scala, era considerata ai tempi …la strada della Musica. Ecco Palazzo Gallarati Scotti al numero 30,
custode di preziosissimi affreschi del Tiepolo. E intanto non possiamo non ammirare le scintillanti
vetrine di Armani che ci propongono capi
di abbigliamento, libri, oggettistica, orologi, profumi, per non parlare del Bamboo
Bar Ristorante e del Luxury Hotel 5 stelle che domina Milano dal suo settimo
piano.
E di fronte la bellissima Chiesa Barocca di San Francesco di Paola, parrocchia
frequentata dalla Milano bene del centro e che deve proprio ad Armani le
sovvenzioni utilizzate per ripulire la sua splendida facciata. E il Teatro Manzoni,
in questa sede dal 1950 dopo che il precedente Teatro sociale di Milano in
Piazza San Fedele fu raso al suolo dai bombardamenti del 1943.
E ancora moda, Elisabetta
Franchi, tappeti, antichità. Dal numero 39 al 45, ecco Palazzo Borromeo d’Adda in
tutta la sua maestosità.
Interno del Circolo dell'unione |
Pare che il numero 45 sia ancora sede del Circolo dell’Unione
(ex Casin dei Nobili) uno dei circoli più antichi di Milano, con dislocazioni
anche in altre città d’Italia, fondato nel 1841 e frequentato dai gentiluomini della più altolocata nobiltà meneghina. Nel secondo cortile interno ecco il GAM, Centro Studi per L’arte Moderna e Contemporanea. Questo nuovo spazio espositivo
fu inaugurato nel 2012, in quella che fu la sede storica della Galleria del
Naviglio, con una mostra dedicata al Divisionismo Italiano.
L’ambiente di questa Galleria non è grande ma è decisamente
intimo, oltremodo luminoso, accogliente e cortese. Ti invita ad una riflessione
delicata, in cui cogliere sommessamente l’emozionalità dei quadri che puoi ammirare.
Questi di oggi sono
quadri di Boldini decisamente diversi da altri più grandi e di più forte impatto visivo che
abbiamo già ammirato in occasioni precedenti, ad esempio nel 2011 a Villa Olmo di Como.
Sono quadri piccoli, minuti, probabilmente nati per essere
accolti in case private. Sono
ineccepibili per tecnica, eseguiti rapidamente, vòlti a immortalare un momento
di vita, un episodio breve e quotidiano, un gesto nascosto e rubato, scelto tra
quel gusto mondano e galante che piaceva tanto al bel mondo dell’epoca.
Giovanni Boldini |
Giovanni Boldini nasce a Ferrara nel 1842. Non bello e di
piccola statura ( 1 metro e 54), mette molto precocemente a fuoco le proprie
aspettative artistiche, cercando fin da subito di sdoganarsi da una famiglia di
origini modeste, il padre restauratore e copista, per emergere negli ambienti artistici che
veramente contano.
Quindi prima tappa d’obbligo a Firenze, dove si iscrive all’Accademia delle
Belle Arti. Diventa frequentatore del Caffè
Michelangelo, punto di ritrovo
dell’avanguardia del tempo, i Macchiaioli, con i quali intreccia forti legami di amicizia. Ancora spostamenti: Castiglioncello, Napoli,
Parigi, Montecarlo, la Toscana, Londra, ma il suo vero traguardo viene raggiunto
nel 1871 quando riesce a stabilirsi a Parigi definitivamente. Sarà la sua
giovanissima modella Berthe ad aiutarlo a farsi strada in questo nuovo universo
pittorico, e gli insegnerà i trucchi del “savoir faire” parigino.
Il mercante d’arte
Adolphe Goupil si accorgerà ben presto di lui e lo accoglierà nella sua scuderia, a condizione che Boldini sappia essere veloce nell’esecuzione e
sappia cogliere le aspettative, un po’ “di genere”, dei ricchi parigini.
Da qui la scelta di quanto di più vezzoso e frivolo possa
esistere: nastri, fiori, abiti vaporosi che spesso Boldini sceglieva personalmente
nelle sartorie per le sue modelle, scialli colorati, guanti lunghi e attillati.
E la dovizia nel descrivere gli interni, i mobili, le tappezzerie nel gusto del
momento, gli animali esotici.
Boldini è uno dei pochi artisti che sia riuscito a usufruire
personalmente della ricchezza guadagnata con la propria maestria artistica. Ha
potuto godere e inebriarsi di quel mondo luccicante che aveva da sempre
desiderato, sarà lusingato e corteggiato da donne potenti, che diverranno
facilmente le sue amanti, e i suoi
ritratti diventeranno richiestissimi. E’ del 1886 il famosissimo ritratto di
Giuseppe Verdi (l’anno seguente a Milano, Boldini riceverà in dono dal musicista lo
spartito dell’Otello, messo in scena alla Scala, con una calorosa dedica).
Al di là di questo approccio mondano, dobbiamo saper cogliere
nelle opere di Boldini anche quanto di innovativo egli ha saputo infondergli. Influenzato
sicuramente dai nuovi aneliti del futurismo, riesce a esprimere senso di
movimento e dinamicità, visibilissimo in taluni suoi dipinti, nelle figure
danzanti o semplicemente nel movimento dei piedi o delle mani o ancora nel
drappeggio delle vesti che sembrano seguire ondeggiando l’incedere delle dame
che le indossano. Sfrontatezza nelle
immagini femminili, donne discinte che fumano o leggono, situazioni queste
considerate massimamente trasgressive
per le donne dell’epoca, che ostentano palesemente
l’intimità dei rapporti con il pittore, e ancora bellezze statuarie come dee.
Boldini vivrà sino al 1931, dopo una carriera intensissima,
interrotta solo in tarda età da una malattia che gli colpirà la vista. Solo due anni prima di morire, già di 87
anni, accetterà di sposarsi con la giornalista trentenne Emilia Cardona,
conosciuta nel 1926. Sarà lei a farsi carico di raccogliere tutte le testimonianze
autobiografiche dell’artista. E proprio
il ritrovamento di questo ricchissimo archivio Boldini-Cardona consentirà a
critici come Tiziano Panconi di portare a termine i suoi studi critici su Boldini e sul periodo artistico da lui rappresentato. Altro materiale a
testimonianza del tempo è raccolto nel Museo Goupil di Bordeaux.
La visita alla mostra è terminata. E per un attimo possiamo
immaginare il gesto galante di questo Parisien d’Italie che offre il braccio alla sua Dama e l’aiuta a …. scendere dalla cornice del
quadro che la immortala.
In un fruscio di sete e rasi
li vedremo sparire nella carrozza che li sta aspettando. E una volta in
Via Manzoni li confonderemo in mezzo a tante altre carrozze che stanno percorrendo
la strada.
Sono felici? Sicuramente sembrano appagati da questa
mondanità sfarzosa, che può inebriare la mente. E’ un sogno effimero? Può
darsi, ma anche questa fotografia fa parte dell’ album della nostra storia.
Di sicuro Mademoiselle, sorridendo innamorata a quel famoso pittore tanto più grande di lei che la stava
ritraendo, non avrebbe potuto lontanamente immaginare quanti e quanti sguardi,
negli anni a venire, avrebbero incrociato i suoi occhi e quanto il suo visino
ammiccante sarebbe diventato famoso!
Molto interessante, fa sognare.
RispondiEliminaVia Manzoni... è stato emozionante, grazie
RispondiEliminaTi ringrazio tanto, in effetti quando comincio ad approfondire certi risvolti poco conosciuti, a trovare qualche curiosità e sopratutto quando vedo certi quadri, mi lascio un po' prendere dalla fantasia e .... dalla favola.
EliminaPerò, in tanto grigiore, non ci sta così male!!
Grazie del pensiero, mi ha fatto molto piacere!
Angela